Millenario è il forte legame che lega Il santo Nicola con i Castellanetani tanto da dedicargli il nome di una Gravina. Nelle ultime settimane alcuni componenti dell’Associazione Amici delle Gravine di Castellaneta hanno spostato le loro ricerche nell’entroterra e si sono indirizzate sul fianco della collina di Montecamplo che domina dall’alto il centro abitato.
È proprio qui nella gravina di San Nicola, che su segnalazione di Nicola Molfetta è stato compiuto un sopralluogo che ha visto ritrovata i resti della Cripta Sacra di San Nicola di Montecamplo di cui se ne erano perse completamente le tracce e che arriva a sorpresa proprio durante i giorni dei festeggiamenti del Santo copatrono di Castellaneta.
Il primo documento di cui si ha traccia risale al normanno Riccardo Sinescalco che su di un atto notarile datato 1094 cita tra le sue donazioni al monastero dei padri benedettini di Banze proprio le terre della gravina di S.Nicola che prende il nome dall’omonima chiesa in grotta ora riscoperta ai suoi piedi.
A dimostrazione dell’immediata diffusione del culto del santo nella nostra cittadina sta il fatto che solo dopo un anno (1087) dell’ arrivo delle sue spoglie a Bari, Castellaneta lo eleggeva a suo Protettore E Patrono Titolare della Nostra Chiesa Cattedrale. Inoltre come risulta da una pergamena del nostro archivio capitolare datata 1294, all’interno delle nostre mura di cinta oltre alla Cattedrale c’erano altre 3 chiese dedicate al santo: S.Nicola de mendonio -S.Nicola plancarellis e S. Nicola dei greci oltre al bellissimo affresco del santo nella chiesa in grotta del complesso rupestre della gravina di Santo Stefano.
Entusiasti della scoperta si sono susseguite ricerche proprio nella medesima gravina, dove alcuni giorni dopo il ritrovamento della chiesa hanno visto portare a casa grandi risultati.
Il Socio Antonio Moretti in compagnia di Nicola Molfetta infatti hanno ritrovato una grotta con dentro incise numerose croci probabilmente dei pellegrini che percorrevano le nostre gravine per raggiungere i luoghi di culto e in una grotta pensile poco distante un bellissimo e ben conservato bassorilievo scolpito nella roccia.
All’entusiasmo dei primi giorni sono seguite giornate di studio e numerosi sopralluoghi che hanno visto data l’importanza dei ritrovamenti il grande ritorno in campo della massima esponente del gruppo S.a.a.s. (Storia, Arte, Archeologia, Speleologia) la prof.ssa Maria Carla Cassone.
Anche se è difficile azzardare un ipotesi quel volto potrebbe essere proprio di San Nicola -ipotizza la Cassone- posto a vegliare sui viandanti o come ex voto da chi, attraversando quelle terre selvagge si affidava alla sua protezione…
Il grande lavoro di riscoperta del nostro patrimonio rupestre svolto dai giovani appassionati Amici delle Gravine di Castellaneta, con gli interventi della Prof.ssa Cassone, sancisce ufficialmente -come fa notare la stessa- un passaggio di testimone dal gruppo S.a.a.s. “E. MASTROBUONO” all’Associazione Amici delle Gravine di Castellaneta, i quali ereditano un grande bagaglio culturale e acquisiscono il compito di portare avanti il lavoro iniziato circa 40 anni fa, ora sotto la guida del loro presidente Rocco Colamonico che commenta: “con la prof.ssa Maria Carla Cassone si apre una nuova pagina, un nuovo cammino ricco di sorprese”.