La cosa che stupisce è che nel nostro territorio, come dimostrano Gli Amici delle Gravine di Castellaneta, nel 2018 ci siano ancora posti nascosti come questo scoperto pochi giorni fà durante un’ uscita esplorativa. Ci troviamo ancora una volta a parlare della Gravina di Santo Stefano, luogo di innumerevoli tesori, da semplici scalette scavate nella roccia calcarea, ai luoghi di culto: la cripta di Santo Stefano e non molto distante sempre sullo stesso costone della gravina, la Cripta di San Michele Arcangelo. Il “E. Mastrobuono” già la definiva una grande “Laura”, insieme di grotte eremitiche, dove i monaci Basiliani percorrendo l’ antica via Appia giunsero nel territorio Castellanetano. Nell’omonima gravina vi posero dimora costituendovi piccoli romitaggi.
Seguendo preziosi consigli, è cominciata cosi la giornata esplorativa. Percorrendo un tratto sul ciglio della gravina, sono state ritrovare delle scale scavate a regola d’arte, scale che pur avvolte da un fitta vegetazione, non hanno ostacolato l’entusiasmo di Antonio Moretti membro dell’associazione, che in compagnia di Nicola Molfetta, hanno aperto un varco ed intrapreso la discesa seguendo il percorso delle scalette. Ad un tratto sono giunti a metà altezza nella gravina fino a raggiungere una fessura.
Una volta piegati la piacevole scoperta di una grotta del tutto o quasi sommersa da terra e fitta vegetazione tra cui alberi ci Leccio. Entrati all’interno la grande scoperta che non si trattava di una semplice grotta ma un gioiello di arte rupestre. La grotta scoperta, lunga e larga circa 5 mt presenta 19 nicchie in sequenza scavate artificialmente sulle pareti laterali larghe circa 30x30cm a dimostrazione dell’utilizzo umano della stessa. Con il ritrovamento di questa nuova grotta, si conferma l’importanza strategica e culturale del sito.
L’utilizzo è ancora un grande enigma, una colombaia/farmacia/apiario? Sempre sullo stesso costone della gravina di Santo Stefano nell’anno 1977 il gruppo S.A.A.S. (Storia, Arte, Archeologia, Speleologia) scopri’ una grotta dalle caratteristiche singolari, ancora oggi non ben definita ma chiamata grotta dell’erborista-la farmacia. Si apre una nuova stagione, questa nuova scoperta conferma l’importanza della Gravina di Santo Stefano