Il centro storico di Castellaneta nasconde nel sottosuolo anche degli
ipogei sacri. Lo apprendiamo dalla Santa Visita del vescovo SIRIGO IV
(1572), lo abbiamo visto con la:
• San Giovanni Battista alla Giudea. Riscoperta nel 2018
Oggi vogliamo parlarvi di un nuovo lavoro iniziato alcuni mesi addietro,
dove ha portato alla probabile individuazione della più antica chiesa in
grotta nel centro storico di Castellaneta, stiamo parlando della cripta
di Sant’Angelo di Citane che altri non è che l’Arcangelo San Michele.
Fondamentali gli studi portati avanti dalla storica locale Prof.ssa
Maria Carla CASSONE e l’Archeologa Antonella CASSANO.
Di seguito vengono riportati integralmente ricerche ed approfondimenti
sull’argomento:
Castellaneta fu elevata a Diocesi fin dal XI secolo d.C. e pertanto sede
della cattedrale ossia la chiesa cristiana più importante di una
diocesi, di cui costituisce il centro liturgico e spirituale. La
locuzione “chiesa cattedrale” (ecclesia cathedralis in latino), o
ellitticamente “cattedrale”, deriva da “cattedra” (cathedra), perché
essa ospita la cattedra del vescovo. Un altro nome con cui si indica la
cattedrale è ecclesia mater, per indicare che è la “chiesa madre” di una
diocesi.
Della originaria chiesa che fu edificata con l’istituzione della sede
vescovile, si conosce abbastanza poco. Ciò di cui attualmente godiamo è
lo splendido gioiello architettonico di fattura seicentesca che domina
Piazza Federico De Martino, posta in posizione sopraelevata come segno
di importanza del luogo religioso e come spesso accadeva in passato, sui
resti di una precedente chiesa o altre rovine. Ciò che è noto è che
all’interno delle Cattedrali trovavano sepoltura i Vescovi i cui corpi
venivano tumulati anche al di sotto dell’altare maggiore, a cui si
accedeva tramite una botola coperta da assi lignee ben fisse e adornate;
da qui anche la posizione sopraelevata della parte presbiteriale,
determinata dalla presenza di questa parte sotterranea riservata ai
canonici.
All’interno della Cattedrale di Castellaneta, intitolata a S.
Maria Assunta e prima a San Nicola, osserviamo questa caratteristica
architettonica del presbiterio in posizione elevata rispondente ai
canoni cultuali della Chiesa. Su entrambi i lati si aprono le due
cappelle, a desta quella di San Nicola, a sinistra quella della SS. Ma
Trinità. In entrambe sul pavimento le lapidi indicanti il sepolcreto:
nella cappella di San Nicola la lapide marmorea ricorda il sepolcro dei
Vescovi con la dicitura: SEPULCRUM ANTISTITUM CASTANENSIUM A. D.
MDCCCLXXXV, nella cappella della SS. Ma Trinità la lapide del sepolcro
del Capitolo con lo stemma e la dicitura: OSSA HAEC UNIVERSA DOMUS
ISRAEL EST EZECH. XXXVII A.D. MDCCLXXVIII. Altre lapidi caratterizzano
il pavimento marmoreo delle tre cappelle della navata sinistra, ove
probabilmente trovarono sepoltura i confratelli a cui era affidata la
cura delle stesse. A partire dalla cappella dedicata al Crocifisso sul
cui pavimento è inserita una lapide antica quasi illeggibile a cui è
stata aggiunta una più recente, recante la dicitura: A CURA DELLA
CONGREGA PAVIMENTUM DICEMBRE A.D. 1887. Nella cappella del SS.mo
Sacramento altra lapide con lo stemma della confraternita e la scritta:
DOM QUISQUIS ES SISTE SOLIDALIBUS ALLISQUE HIC QUIESCENTIBUS AETERNAM
PRECARE REQUIEM ABI A.D. MDCCLX. Infine nella terza cappella dedicata
attualmente a S. Maria Consolatrice, nel pavimento è inserita la lapide
con la dicitura: A DEVOZIONE DELLA CONFRATERNITA DEL SACRAMENTO A.D.
1929. Affascinante appare la questione riservata a quest’ultima cappella
che era in precedenza intitolata a S. Angelo, la cui cura della stessa
cappella fu affidata dal Vescovo Monsignor Guerrieri nel 1643 alla
confraternita dei Centuriati ai quali si affidava anche “una camera
sottana attaccata alla cappella, che poi con detta stanza bassa fu
ampliata nel modo in cui oggi si vede”.
Ciò farebbe supporre che ci fosse una sorta di ambiente più basso al
piano attuale di camminamento e che potrebbe trattarsi di una grotta
come d’altronde è la caratteristica naturale della gravina limitrofa.
Alcune chiese cristiane dedicate all’arcangelo Michele, sembrerebbe che
dopo la legalizzazione del Cristianesimo sorsero sopra i mitrei
distrutti (ossia i luoghi di culto del dio Mitra). Infatti San Michele
come il dio Mitra, divenne il santo patrono dei soldati (si veda la
grotta santa presso il Santuario di San Michele Arcangelo sul monte
Gargano, convertita a santuario). Questione, questa legata alle
somiglianze tra il Cristianesimo e il mitraismo, e che potrebbe far
pensare che la“cappella sottana” un tempo lontano potesse essere stato
luogo di culto pagano del dio Mitra, per poi essere sostituito con
quello del santo cristiano. Arch. Antonella CASSANO
Miccoli A. Le chiese del centro storico di Castellaneta, Taranto 2000,
pp. 23-35
Fischetti F. P., Mercurio, Mithra, Michael: magia, mito e misteri nella
Grotta dell’Arcangelo. Prima pubblicazione di iscrizioni e affreschi
paleocristiani e longobardi, Tip. La garganica, Monte Sant’Angelo, 1973
Grenzi C., L’angelo, la montagna, il pellegrino: Monte Sant’Angelo e il
santuario di San Michele del Gargano: archeologia, arte, culto,
devozione dalle origini ai nostri giorni, Foggia, 1999
LE CHIESE GROTTA
Castellaneta nasconde nel sottosuolo anche degli ipogei sacri.
Lo apprendiamo dalla Santa Visita del vescovo SIRIGO IV (1572):
• Sant’Angelo di Citane;
• San Nicola de Plancarellis;
• San Demetrio de Foveario;
• San Pietro de Foveario;
• San Giovanni Battista alla Giudea.
La più antica ci sembra quella dedicata a Sant’Angelo che altri non è
che l’Arcangelo San Michele.
DOCUMENTI CHE LA CITANO
Nella Santa Visita si legge:
La chiesa-grotta di Sant’Angelo è sita nella contrada dell’Incoronata,
con due altari: uno dedicato alla Vergine e l’altro a Sant’Angelo.
Essendo in pessime condizioni, viene sconsacrata e destinata ad uso
profano. La Santa Messa in onore dell’Arcangelo sia nel mese di maggio
che nel mese di settembre, sarà celebrata nella chiesa Santa Maria la
Pesola o Candelora, attualmente San Giovanni al Muricello. (riquadro nr.
1)
Ma ci sono altri documenti molto più antichi che la citano:
• Doc. 1283 (Pergamena n.22) – MASTROBUONO 1969:
“Ecclesiam Sancti Angeli de citane”.
• Doc. 1314 (Pergamena n.40) – MASTROBUONO 1969:
“Ecclesiam Sancti Angeli de citane”.
UBICAZIONE
Le chiese dedicate all’Arcangelo erano o in cima alle alture o negli
spalti delle gravine. Per quanto riguarda l’ubicazione della nostra
chiesa il MASTROBUONO afferma che si può ritenere che la chiesa fosse
sul ciglio del burrone. Quindi sulla sommità del colle su cui è sorto il
Centro Antico.
Nel documento del 1314, si parla di alberi di olivo esistenti nella
gravina di Castellaneta sotto la chiesa di Sant’Angelo de Citane”.
Per ipotizzare dove fosse situata dobbiamo fare riferimento alle
cappelle che, attualmente, si trovano a sinistra, attigue al Campanile.
Queste cappelle furono costruite su una parte di suolo adibito a
cimitero “attuale via Muricello”.
La prima fu la cappella del Sacramento, nel 1538, ancora oggi esistente.
Successivamente, nel 1643, fu concessa dal Vescovo GUERRIERI, alla già
esistente Confraternita dei Centuriati, la cappella con altare
dell’Annunziata, detta ancora a quel tempo, Cappella di Sant’Angelo che
si trovava attaccata al campanile.
Al posto di questa cappella fu costruita l’attuale Cappella della
Consolatrice (riquadro nr.3) che si trova tra il campanile e la Cappella
del Sacramento. Per costruirla fu utilizzata una “camera sottana
retrostante” ceduta “elemosinater” dai Confratelli del SS. Sacramento.
Per quanto riguarda la “camera sottana”, la sua citazione ci fa ritenere
lecito ipotizzare che essa altro non sia che l’antichissima
chiesa-grotta dedicata a Sant’Angelo, ossia San Michele Arcangelo.
(riquadro nr. 2)
DATAZIONE
San Michele Arcangelo è stato oggetto di culto sia da parte dei
Bizantini che dei Longobardi che vedevano in lui il loro dio pagano.
Il culto esisteva già in Oriente nel III secolo e da qui si diffuse in
Occidente dal VI secolo in poi.
Presso i Bizantini l’epoca di maggiore diffusione del culto va del IX al
XII secolo.
La storiografia longobarda ha dato l’inizio del culto micaelico
all’episodio bellico dell’otto maggio 650, allorché, secondo la
tradizione, i Longobardi di Benevento respinsero un attacco dei
Bizantini i quali volevano impadronirsi del Santuario dedicato
all’Arcangelo Michele ubicato in una grotta sul Monte Gargano.
Successivamente a questo episodio, il culto ebbe notevole diffusione
durante tutto il Medioevo.
Dopo i Longobardi, anche i Normanni furono devoti all’Arcangelo per cui
la nostra chiesa-grotta, si può far risalire ad un periodo compreso tra
il IX e il XII secolo.
Prof.ssa Maria Carla CASSONE
La Cattedrale in questo momento è sottoposta ad un accurato restauro
sotto la direzione della Sovrintendenza Archeologica belle arti e
paesaggio Brindisi, Lecce e Taranto, questo lavoro di studio sarà
inviato il prima possibile per le dovute verifiche. Continua senza sosta
il nostro lavoro, crediamo fortemente nel gioco di squadra per un unico
scopo, dare il giusto valore alla nostra storia.